Acquista i biglietti scontati per Dar corpo allo spazio - Zerogrammi, Compagnia Petranudanza/Megakles Ballet, Eko Dance Poject in programma a Verbano - Cusio - Ossola (Centro Eventi il Maggiore) il 19/04/2025.
19/04/2025
Biglietti Centro Eventi il Maggiore
Verbania
Verbano - Cusio - Ossola (VB)
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“Dar corpo allo spazio” è uno spettacolo itinerante che invita il pubblico a scoprire come la danza può trasformare e abitare luoghi diversi. In una sola serata, tre spettacoli unici si intrecciano in più repliche, creando un’esperienza coinvolgente e dinamica. Un viaggio attraverso i diversi spazi del Teatro Il Maggiore, dove corpo e ambiente dialogano, dando vita a nuove percezioni e modi di vivere il movimento.
Ed io? Io che son carne, cuore e fiato rappreso? Io? Che son unghie e denti e pelle che si trasforma in cipolla in aceto dissipata? Io, che ti ho portato come un tatuaggio, come una ruga? (Bruno de Franceschi)
In Magnificat, Amina Amici prosegue lo studio sulla figura della Vergine Maria, attraverso uno sguardo laico, in una duplice ricerca: quella sul femminile e quella sulla scrittura coreografica a partire da studi e suggestioni pittorico-iconografiche. Ci si domanda cosa potesse pensare intimamente Maria, cosa abbia potuto provare in seguito a eventi di vita così straordinari, e infine, come tutto questo si sia inscritto nel suo corpo. Il movimento di un dipinto, un frammento di spazio-tempo dei pensieri più intimi di Maria, di una giovane donna, in relazione agli accadimenti della sua vita straordinaria: gli autori e i quadri scelti contribuiscono quindi alla scrittura e alla dinamica nel movimento. La ritmicità del gesto dona ‘azione’ al potenziale racchiuso nella bidimensionalità pittorica. I punti di fuga, così come il segno che si ammorbidisce per accogliere, si fanno punteggiatura nella scrittura coreografica. Qual era il suo stato emozionale, com’era il suo sguardo e il suo cuore battente nella velocità della paura, probabilmente, nell’incontro con l’Arcangelo? Un luogo, non luogo, sul crinale tra astrazione e concretezza. Maria tramite tra il terreno e il divino; il punto di vista della donna madre, dell’archetipo, una donna comune e mortale. Cosa resta di Maria nonostante noi?
progetto, coreografia e interpretazione / project, choreography and dance Amina Amici |
consulenza drammaturgica / dramaturgical advice Doriana Crema, Stefano Mazzotta | musiche
originali / original music Bruno de Franceschi, Frequenze Nomadi Orchestra | tromba / trumpet
Mirio Cosottini | disegno luci / light design Tommaso Contu | costumi / costumes Stefano Mazzotta |
cura della produzione/care of the production Valentina Tibaldi | segreteria di
produzione/production assistant Maria Elisa Carzedda | produzione / production Zerogrammi |
coproduzione / coproduction Dance Gallery / FestivalUmbria Danza | in collaborazione con / in
collaboration with Studio d’Action Theatrale / Theatre du Galpon, CASA LUFT | con il sostegno di
/ with the support of TAP_Torino Arti Performative, Regione Piemonte, MIC_Ministero della
cultura
Zerogrammi è un organismo di produzione della danza fondato nel 2001, diretto dal coreografo Stefano Mazzotta e sostenuto da Regione Piemonte, TAP Torino Arti performative e MIC Ministero della cultura. L’articolato viaggio di scoperta che conduce alla creazione (oltre 30 produzioni realizzate ad oggi in collaborazione con teatri e festival in Italia, Russia, Portogallo, Olanda, Spagna, Germania) giunge al lavoro compositivo passando attraverso un’ampia zona di ricerca drammaturgica e coreografica, percorsi di residenza costruiti intorno a specifici interessi antropologici e geografici, progetti educativi e sociali, pratica di linguaggi quali la fotografia, il video, le arti plastiche, la letteratura, per restituire al lavoro creativo nuovi segni, nuovi significati e un bagaglio esperienziale che è lo strumento essenziale con cui torniamo alla costruzione del nostro lavoro artistico, rinnovandone il senso e l’urgenza.
Tre coppie di anziani si preparano ad affrontare un viaggio. Nell’attesa si troveranno a confrontarsi con se stessi attraverso dubbi, speranze e desideri. La compagnia Eko Dance Poject è il naturale proseguimento dell'alta formazione, non si configura quindi come realtà a sé, ma ne è parte integrante, rappresenta infatti l'apice del percorso di studio
che punta al raggiungimento della maturità tecnico-artistica necessaria a prendere parte alle diverse produzioni che vengono portate in scena durante l'anno ed essere pronti per audizioni. Questo nucleo, solitamente composto da dodici danzatori, si rinnova frequentemente, grazie al turn-over, dovuto al trasferimento dei danzatori in compagnie stabili, nazionali e internazionali.
Coreografia: Simone Repele e Sasha Riva
Consulente artistica: Pompea Santoro
Assistente: Giorgia Bonetto
Musica: John and the farmer by Packie Manus Byrne, Procession song’ by Flemish, String Qartet
in F Major by Ludwig van Beethoven
Sasha Riva
Nato nella contea di Fairfax, Virginia, nel 1991, Sasha è cresciuto in Italia. Nel 2008 si trasferisce ad Amburgo per studiare alla Scuola di Balletto di John Neumeier, interpretando ruoli solisti nelle rappresentazioni scolastiche. Neumeier gli offre la possibilità di essere sostituto per alcuni ruoli solisti con il Balletto di Amburgo. Durante la formazione partecipa anche al programma estivo del NDT. Nel 2011 entra nel Balletto di Amburgo, dove Neumeier crea per lui diversi ruoli solisti, tra
cui il "Balloon Man" in "Liliom". Sasha interpreta anche ruoli principali come "Il Poeta" in "La Sirenetta", "Petrushka" in "Nijinsky" e "Fratres" in "Duse". Durante la prima stagione con il Balletto di Amburgo nel 2021, ottiene il titolo di "Talento Promettente" dalla rivista tedesca "Tanz". Nel 2016 entra nel Balletto di Ginevra, dove danza in opere di coreografi come J.Kylian, J.Bouvier e N.Horecna. Partecipa a numerosi Gala e Festival internazionali, eseguendo le sue creazioni e
quelle del collega Simone Repele, oltre a lavori di altri coreografi come Marco Goecke.
Simone Repele
Ha iniziato la formazione in Italia e nel 2009 è stato ammesso all'Accademia del Balletto di Amburgo, diplomandosi nel 2012. Nel 2012 ha partecipato alla Gala Nijinsky come solista in “Spring and Fall” di John Neumeier. Nel 2013 è stato il Principe in “La Bella Addormentata” di Mats Ek con l’Ekodance Project di Pompea Santoro e poi ha trascorso una stagione con la compagnia olandese Introdans. Dal 2014 è nel Balletto di Ginevra, interpretando ruoli solisti in “Matthaus Passion” di Pontus Lidberg e “Lo Schiaccianoci” di Jeroen Verbruggen a San Pietroburgo. Nel 2018 ha aperto la stagione danzando Mercuzio in “Romeo e Giulietta” di Joelle Bouvier a Pechino. Nel marzo 2019, Simone Repele ha presentato in anteprima “Petite Mort” e “Bella Figura” di Jiri Kylian. Attualmente, Simone partecipa a numerosi Gala e Festival internazionali, eseguendo soprattutto sue creazioni e quelle del collega Sasha Riva, oltre che di altri coreografi come Marco Goecke, che ha creato un duetto per Simone e Sasha intitolato “Eyes Open / Shut Your Eyes”. Nel 2020, Sasha Riva e Simone Repele, fondano l'associazione "Riva & Repele", investendo nella creazione e rappresentazione delle loro opere e di altri coreografi, danzando con artisti internazionali.
La ricerca coreografica parte da uno studio sull'essenzialità del respiro non come mero atto meccanico, ma come energia vitale allo stato puro. Il respiro è, infatti, il primo atto della nostra esistenza terrena, che poi prosegue scadenzata dal suo ritmo. E' Alfa e Omega, principio e fine.
Nel nostro corpo, ci sono due poli, la testa , polo di coscienza del corpo umano e il ventre polo di forza vitale. Tra questi due poli vi è un polo mediano, sede della respirazione, in cui il respiro costituisce un punto di unione e di scambio tra il conscio e l'inconscio, tra istinto e ragione, tra cuore e cervello. Questa eccezionale condizione che gli è propria e il suo legame sia chimico che meccanico con la circolazione sanguigna, ne fanno il grande regolatore dell'organismo, e degli stati emotivi e mentali. E’ il respiro che da forma e sostanza all’azione. Durante la nostra vita, le parole che leggiamo ci scivolano addosso sfiorandoci la pelle e la mente. Alcune, però, si fermano, s'incastrano in punti che pensavamo aver nascosto e lì rimangono, come oasi a cui far ritorno quando il mondo fa paura. Allentando la logica, i pensieri si proiettano talmente veloci in avanti che manca il respiro. Giusto e Sbagliato. Due grandi recipienti dove buttiamo ogni cosa. Incapaci di tenere un pensiero, un'emozione tra le mani, ce ne liberiamo immediatamente. Non riusciamo a rimanere nella sfumatura, ad osservare le cose nella loro interezza e il dubbio ci mette così tanta ansia che preferiamo appallottolarlo e lanciarlo nel primo cestino disponibile. Giusto e Sbagliato sono due cancelli che, se non proviamo a scardinarli, ci lasceranno sempre al di fuori di quel che di vero può esistere. Si avverte un'esigenza fisica di questo giardino. E, ad ognuno, è data la scelta di vederne i colori, la profondità, la via che conduce ad esso. Ora ci si può stendere a terra, si può
iniziare una corsa a perdifiato, si può, magari, anche stare in silenzio. Quello che l'idea che il giudizio, il parere, l'opinione sia sempre necessaria ci ha fatto perdere fiducia, come se, per vivere, fosse necessario sempre attenersi ad un giudizio precostituito. Sì, esiste qualcosa oltre il giudizio. È come un abbraccio, si può abbandonare questi stupidi pesi e, finalmente, salpare verso ciò che non conosciamo. Il giardino è là, oltre quello che siamo soliti essere. E’ la ricompensa per chi osa fare quei passi diversi, dentro o fuori da se stesso. Osare nella gentilezza di forma e sostanza. Divenire consapevoli che è possibile intraprendere un sentiero diverso e che le paure, i timori, le difficoltà saranno solo momenti di riposo tra un passo e l'altro. Dopo aver superato i cancelli, le paure e i giudizi; dopo essere arrivati in un campo infinito di possibilità ecco no, non siamo soli. C'è qualcuno ad aspettarci sull'altra sponda. La connessione tra gli uomini, la sensazione che facciamo parte di questa rete invisibile molto più grande di noi. E’ li che io ti aspetterò. Viene da pensare che, nel momento stesso in cui si leggono queste parole, il viso di un'altra persona sgorghi dal pensiero e si metta lì, in mostra, nella nostra testa. O semplicemente potrebbe aspettarci il riflesso di noi stessi. Come se finalmente ci potessimo incontrare esattamente così come si è. Non sappiamo chi ci sta aspettando in quel giardino. Ma ora addosso possiamo sentire solo la gioia di intraprendere il percorso, la mente libera ed il cuore pieno di queste parole: “Al di là di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato c’è un giardino. E’ lì che io ti aspetterò”. E’ la speranza evocata.
Coreografie e Regia: Salvatore Romania Laura Odierna
Interpreti: Konstyantyn Hryhor’yev e Caterina Lanzafame
Musiche: Philipe Glass
Una produzione Megakles Ballet con il sostegno del Mic e Assessorato Turismo Sport Spettacolo
Regione Sicilia
Attenzione: i biglietti per i 3 spettacoli sono acquistabili in un'unica soluzione tramite l'acquisto di un abbonamento per la data e orario scelti. L'acquisto dell'abbonamento richiederà una nuova registrazione sul sito web esterno.